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Federazione Speleologica Veneta

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Speleologia Veneta, Vol. 20 - 2012
Volume 20

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EDITORIALE
La speleologia veneta non si ferma. Nonostante la mancanza di finanziamenti da parte degli enti pubblici, i gruppi veneti hanno dimostrato una vitalità inaspettata. Come vedrete in queste pagine le esplorazioni e gli studi in ambiente carsico non mancano. Manca piuttosto un riconoscimento pubblico, al di fuori del nostro ambito, delle ricerche scientifiche e di controllo ambientale di cui siamo promotori e primi attori nel territorio.
Territorio sempre sotto scacco dal punto di vista idrogeologico, come dimostrato ad ogni stagione invernale con esondazioni in pianura provocate dall'abbandono del territorio da parte dello stato e da scelte sbagliate dei suoi amministratori. In seguito a questi disastri si continuano a proporre soluzioni che sono quantomeno discutibili come la diga di Falzè di Piave.
Perché in un contesto carsologico e speleologico parlo di una diga? È molto semplice: un'area carsica di primaria importanza quale il Montello verrebbe completamente alterata, molte cavità sommerse – e stiamo parlando di cavità di rilevanza mondiale – due siti di interesse comunitario verrebbero cancellati.
In nome di cosa? Dei soldi, del danaro e non certamente in nome della sicurezza visto che progetti più graduali e meno costosi non sono mai stati iniziati (leggasi casse di espansione).
La storia relativa a questo progetto è molto lunga ed articolata ma con un minimo comune denominatore: il cercare di fare il manufatto anche contro evidenti soluzioni meno impattanti.
Ripercorro i punti salienti questa storia: 1966, una piena straordinaria del fiume provoca numerosi allagamenti dei territori rivieraschi a partire da Susegana fino al mare.
1968, la Commissione Interministeriale De Marchi, incaricata di effettuare uno studio sul bacino imbrifero del fiume Piave per individuare soluzioni atte a prevenire il rischio di ulteriori piene, indica, nella sua relazione, la costruzione di 5 dighe di laminazione lungo l'asta del fiume Piave. Tra esse una anche alla stretta di Falzè di Piave con la creazione di un bacino della portata di 90 milioni di metri cubi.
1969, l'ing. Armellin, da tecnico privato, approfittando di questa indicazione, redige un progetto di diga alla stretta di Falzè di Piave con bacino a scopo polivalente (laminazione delle piene e serbatoio a scopo irriguo). Dalle notizie pubblicate sulla stampa locale, la popolazione di Sernaglia della Battaglia e dei paesi limitrofi, si allarma per i danni che il bacino provocherebbe al territorio. Si costituisce così, per volontà popolare, il Comitato di Difesa contro la progettata diga di Falzè di Piave il quale inoltra subito un documento di protesta all'Amministrazione Provinciale, al Genio Civile, al Magistrato alle Acque ed al Ministero dei Lavori Pubblici.
1969, dicembre, l'Amministrazione Provinciale di Treviso indice un convegno-dibattito tra i vari Enti preposti alla tutela del Piave. Da esso il progetto diga esce quasi totalmente bocciato, tenuto conto del fattore morfologico-idrologico del territorio ove dovrebbe sorgere.
1970 – 1974. Si prende cura del progetto, dal punto di vista di bacino a scopo irriguo, il C.N.I.A (Comitato Nazionale per gli Interventi in Agricoltura) ed inizia gli esami "geo-morfologici" della zona.
1974, ottobre, all'Istituto di Idraulica dell'Università di Padova, su invito del C.N.I.A., si riuniscono tecnici e specialisti per presentare la conclusione degli studi per la realizzazione del progetto di invaso a scopo di laminazione e serbatoio per l'irrigazione. La relazione termina affermando che "... la zona d'invaso è tutta permeabile come un cesto, e come un cesto può tenere per poco tempo un po' d'acqua ...".
1978, vengono pubblicati alcuni studi di Franco Cucchi e Fabio Forti dell'università di Trieste, le loro conclusioni adducono a decise perplessità di tenuta relativamente al carsismo montelliano.
1980, il Comitato antidiga sollecita la Regione a studiare il problema e prendere delle decisioni in merito.
La Regione dà incarico ad una commissione di valutare delle proposte di interventi per la difesa dalle piene del Piave. Dalla valutazione comparativa degli interventi proposti la diga di Falzè è considerata la meno idonea.
1990 – 1995, si svolgono vari convegni e sempre sul progetto dell'Ing. Armellin. Gli organi statali nonhanno ancora presentato un loro progetto di soluzione a tutela dalle piene del fiume.
1993, dicembre, iI Consorzio Opitergino Mottense di Oderzo chiede la concessione a derivare 20 moduli d'acqua a scopi irrigui dal fiume Piave attraverso la realizzazione del Bacino di Falzè.
1995, febbraio, l'ing. Armellin, progettista della Diga a Falzè, chiede il sub-ingresso all'istanza del Consorzio. Le richieste scatenano numerose prese di posizione contrarie da parte dell'Amministrazione Comunale, di associazioni e del Consorzio Brentella. I singoli cittadini presentano ben 1700 opposizioni contro la richiesta di concessione che viene bocciata.
1996, maggio, su esplicita richiesta del Sindaco di Sernaglia e del Comitato Antidiga, l'Ing. Borrelli, Segretario Generale dell'Autorità di Bacino, illustra lo stato in cui si trovano gli studi finalizzati alla redazione del "Piano del Piave". Egli assicura che il piano verrà ultimato entro l'anno e pertanto presentato ufficialmente entro il dicembre 1996.
2001, l'autorità di Bacino, ora diretta dall'ing. Rusconi, adotta il progetto di Piano Stralcio per la Sicurezza Idraulica del fiume Piave. Nel Piano il progetto della diga di Falzè viene scartato, mentre la soluzione alle piene viene individuata in una serie di interventi: utilizzo dei bacini di monte, allargamento del fiume nel tratto finale e realizzazione di alcune casse si espansione lungo l'asta.
2008, dicembre, il Piano viene adottato; viene poi approvato con DPCM del 2 ottobre 2009 e pubblicato sulla G.U. n.23 del 29 gennaio 2010.
2011, aprile, il neocommissario della "Commissione grandi rischi" della Regione Veneto, Ing. D'Alpaos, in un convegno organizzato dal PD presso Villa Brandolini a Solighetto, contraddicendo il Piano in vigore, propone il proprio progetto di diga a Falzè. Il Sindaco di Sernaglia e rappresentanti di Legambiente Sernaglia, presenti all'incontro, mettono in guardia l'ing. D'Alpaos da qualsiasi tentativo di riproporre il progetto di diga a Falzè, ricordando le motivazioni che hanno portato all'esclusione di tale progetto dal Piano di Bacino.
2011, novembre, in un convegno organizzato dall'Ordine degli Ingegneri di Treviso, l'ing. D'Alpaos ripropone il proprio progetto. Anche in quest'occasione trova la netta opposizione dell'Amministrazione comunale di Sernaglia.
2012, ottobre, Congresso a Sernaglia con la presenza di Franco Cucchi, Università di Trieste, Paolo Forti, Università di Bologna. Durante il dibattito emerge che nei piani di sicurezza della Protezione Civile ricompare il progetto di diga a Falzè di Piave.
46 anni di storia infinita e continua......
Gli speleologi cosa possono fare per salvaguardare le fragili aree carsiche come quella Montelliana? Alcune cose le possiamo senz'altro fare: essere partecipi come "portatori di interesse" alle riunioni tecnico-politiche istituite per gestire la mitigazione delle inondazioni portando la nostra conoscenza dei terreni geologici, dei fenomeni erosivi e corrosivi determinati dal carsismo; la partecipazione farà sì che le nostre opinioni ed i nostri allarmi vengano recepiti nelle giuste assemblee di valutazione. Il nostro impegno non può che essere questo: cercare la massima salvaguardia degli ambienti carsici veneti, fragili per propria genesi, importanti come risorse naturali, decisamente unici nel contesto carsologico mondiale ma soprattutto risorsa per il futuro come bene acqua. Quindi non solo acqua come valore negativo verso il disastro idrogeologico italiano – certamente creato dall'uomo – ma anche e soprattutto bene da preservare per il futuro.
Nell'ultima Assemblea dei delegati di 29 gruppi afferenti alla Federazione Speleologica Veneta tenutasi a Vicenza in novembre 2012, dopo l'esposizione di quanto e cosa vuol dire diga di Falzè di Piave, i Delegati mi hanno incaricato di rappresentare la FSV al riguardo degli interventi per contrastare o bensì portare il peso degli speleologi del Veneto nei consessi dove si discuterà di questo progetto. Incarico che mi fa onore e di cui ringrazio la Speleologia Veneta nel suo insieme, per aver recepito l'importanza della questione, non solo limitata a questo progetto, ma ad una attenzione ben più larga del nostro territorio di impareggiabile bellezza, ma anche di straordinaria fragilità.
Paolo Gasparetto


INDICE

EDITORIALE di Paolo Gasparetto - pag.7
NOVITÀ ED EVENTI

  • Nuove esplorazioni a cura di Francesco Sauro - pag.11
  • Palestra speleologica indoor - Gruppo Grotte Treviso - pag.21
  • L'attività della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana in Veneto nell'anno 2012 - Maurizio Arsiè - pag.22
  • Le Grotte di Oliero: un mondo oltre i sifoni - Francesco Sauro intervista Alberto Cavedon - pag.25

GLI ARTICOLI

  • Congiunzione Buso della Rana – Buso della Pisatela - Federico "Iko" Lanaro, Matteo Scapin, Stefano Lillo Pannizzon - pag.41
  • Buso de la Rana 17 marzo 2012: congiunzione - Cesare Raumer - pag.53
  • La sorgente – collettore del Buso della Casara a Cinto Euganeo (PD): un pezzo di storia idraulica romana sopravvissuta nel territorio collinare Atestino - Adriano Menin - pag.59
  • Campo speleologico Pozzo della Neve – agosto 2012: l'anno dei sifoni - Ivan Martino, Antonino Bileddo, Luigi Russo, Valerio Olivetti - pag.81

SPEDIZIONI ALL'ESTERO

  • Namgrows 2011 , spedizione speleologica euro africana in Namibia - Alessio Fileccia - pag.91
  • Cuba 2011 Proyecto Moncada, 1° spedizione "Espeleounidad por siempre" - Galliano Bressan - pag.105

IN PROFONDITÀ

  • Prime note sulla chirotterofauna del Canal di Brenta - Andrea Peresweit-Soltan - pag.113
  • La carabidofauna del Parco Naturale delle Grotte di Oliero del Canal di Brenta - Adriana Marzotto, Roberto Battiston - pag.117
  • Contributo alla conoscenza della fauna ipogea nell'area Gruppo Carega, Piccole Dolomiti. Pasubio-Novegno - Commissione di Biospeleologia del Gruppo Grotte Valdagno - pag.121
  • Mugnaio cercasi, indagini di meteorologia e idrologia ipogee nella grotta dei Mulini di Alonte sui colli Berici (VI) - Luca Gerlain - pag.126

PAROLE NEL BUIO

  • Le grotte del Pelmo, sulle orme dei "DinoGiauli" - Francesco Sauro - pag.131
  • Recensioni a cura di Giovanni Ferrarese - pag.134

I GRUPPI VENETI - pag.140

Specifiche

  • Autore: A.A.V.V.
  • Editore: Federazione Speleologica Veneta
  • Anno: 2012
  • Pagine: 146
  • ISBN-10: 9788897583073

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I Gruppi Veneti

  • Centro Ricerche Naturalistiche Monti Lessini

    C.R.N.M.L.

    Verona

  • Club Speleologico Proteo

    C.S.P.

    Vicenza

  • Gruppo Grotte Solve CAI

    G.G.S. CAI

    Belluno

  • Gruppo Grotte CAI Schio

    G.G. CAI Schio

    Schio, Vicenza

  • Gruppo Attività Speleologica Veronese

    G.A.S.V.

    Verona

  • Gruppo Speleologico Geo CAI Bassano

    G.S. Geo CAI Bassano

    Bassano del Grappa, Vicenza

  • Gruppo Grotte CAI Valdagno

    G.G.V. CAI

    Valdagno, Vicenza

  • Gruppo Amici della Montagna - Verona

    G.A.M.

    Verona

  • Gruppo Speleologico Reithia

    G.S.R.

    Borso del Grappa, Treviso

  • Gruppo Grotte Giara Modon

    G.G.G.

    Valstagna, Vicenza

  • Gruppo Speleologico Seren del Grappa

    G.S.S.G.

    Seren del Grappa, Belluno

  • Gruppo Speleologico "I Barbastrji" CAI Marostica

    S.B.M.

    Marostica, Vicenza

  • Arianna Speleologia Esplorativa e di Ricerca

    A.S.E.R.

    Treviso

  • Unione Speleologica Veronese

    U.S.V.

    Verona

  • Gruppo Speleologico San Marco

    G.S.S.M.

    Trivignano, Venezia

  • Gruppo Speleologi CAI Malo

    G.S.M. CAI

    Malo, Vicenza

  • Equipe Veneziana di Ricerca

    E.V.R.

    Venezia, Venezia

  • Gruppo Speleologico Settecomuni

    G.S.7C.

    Asiago, Vicenza

  • Gruppo Naturalistico Montelliano Nervesa

    C.N.M. Nervesa

    Nervesa della Battaglia, Treviso

  • Gruppo Grotte G. Trevisiol CAI Vicenza

    G.G.G.T. CAI Vicenza

    Vicenza

  • Gruppo Speleologico Valdobbiadene

    G.S.V.

    San Pietro di Barbozza, Treviso

  • Gruppo Speleologico CAI Verona

    G.S. CAI Verona

    Verona

  • Gruppo Grotte Treviso

    G.G.T.

    Treviso

  • Gruppo Speleologico Padovano CAI

    G.S.P. CAI

    Padova

  • Gruppo Speleologico CAI Feltre

    G.S. CAI Feltre

    Feltre, Belluno

  • Gruppo Speleologico CAI Vittorio Veneto

    G.S. CAI V.V.

    Vittorio Veneto, Treviso

  • Gruppo Grotte Falchi

    G.G.F.

    Verona

  • Gruppo Speleologico Opitergino CAI Oderzo

    G.S.O. CAI Oderzo

    Oderzo, Treviso

  • Gruppo Speleologico Montecchia

    G.S.M.

    Montecchia di Crosara, Verona

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