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L'acqua che berremo
Speleologi e istituzioni difendono la risorsa più preziosa

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Quella che abbiamo tra le mani è la quarta edizione de "L'acqua che berremo". È importante raccontare come è nata l'idea e tracciare la storia di questa fortunata pubblicazione. Il primo opuscolo venne dato alle stampe nel 2002, come strumento editoriale delle "Giornate della Speleologia " che si svolsero l'11, 12 e 13 settembre proprio durante l'Anno Internazionale della montagna". La pubblicazione ottenne il patrocinio del Comitato Italiano del AIM e venne distribuito in grande quantità alle manifestazioni che gli speleologi organizzarono in tutta Italia. Erano trentadue pagine con un formato di 11 x 22 cm, che, forse per la prima volta, facevano luce su quello che gli speleologi fanno per salvaguardare la risorsa più preziosa. "L'acqua che berremo" è un titolo che guarda al futuro. Domani, le riserve idriche saranno abbondanti e di ottima qualità se noi oggi sapremo preoccuparci della loro integrità. Un libretto che gli speleologi della Società Speleologica Italiana avevano voluto caparbiamente. Un biglietto da visita nei confronti di tutte quelle persone che non conoscono il mondo sotterraneo e i tesori che contiene, prima fra tutti
l'acqua. La protezione e la salvaguardia delle acque raccolte negli acquiferi carsici è un problema che non può essere affrontato solo dalla speleologia organizzata.
Tutti debbono farsene carico: i governi, la classe politica, le istituzioni e i singoli cittadini. Nel 2003 le Nazioni Unite istituirono l'Anno Internazionale dell'Acqua dolce e la SSI, in occasione della II^ edizione delle "Giornate della Speleologia", ristampò l'opuscolo. Stesso formato e stesse pagine, ma arricchito con nuovi temi. Anche questo fu un grande successo editoriale, divulgato in decine di migliaia di copie. Lo scopo fondamentale di questa pubblicazione era offrire un testo base che servisse come prefazione alla presentazione di situazioni locali, che illustrassero i lavori degli speleologi in ogni parte d'Italia. Ecco perché nel 2010 esce la terza edizione, con la collaborazione e il supporto finanziario della Provincia di Nuoro. Viene data voce agli speleologi di quel territorio che vanno a presentare la situazione della loro "Acqua che berremo". Il sottotitolo recita Speleologi e Istituzioni difendono la risorsa più preziosa. Il formato cambia, 15 x 21 cm e le pagine aumentano a 80. Arriviamo quindi a parlare di questa ultima fatica che dobbiamo alle intelligenze della speleologia veneta e alla lungimiranza della Regione Veneto, che non ha lesinato il suo contributo economico alla realizzazione di questa nuova pubblicazione. Le pagine sono aumentate a 120 e i contributi sono veramente di grande livello. La Società Speleologica Italiana, strumento per le realtà speleologiche fin dalla sua costituzione, continua ad essere di supporto per quelli che si occupano del mondo sotterraneo. Mi auguro che "l'Acqua che berremo" abbia ancora a moltiplicarsi, per essere vetrina della attività speleologica vissuta e praticata nel territorio italiano.
Buona lettura
Presidente della Società Speleologica Italiana
Giampietro Marchesi


 

 

Indice

  • Introduzione di Mauro Chiesi - pag.3
  • Prefazione di Massimo Civita - pag.5
  • Presentazione del Presidente della Federazione Speleologica Veneta di Silvano Gava - pag.7
  • Presentazione del Presidente della Società Speleologica Italiana di Giampietro Marchesi - pag.9
  • Il dono dell'acqua - pag.11
  • La risorsa idrica - pag.13
  • L'acqua nelle montagne carsiche - pag.17
  • Gli acquiferi carsici - pag.18
  • La scoperta delle misteriose vie sotterranee - pag.21
  • La protezione dell'acqua, un impegno di civiltà - pag.23
  • Le sorgenti - pag.25
  • La vulnerabilità degli acquiferi carsici - pag.27
  • La speleologia in Italia - pag.29
  • Dove sono le acque carsiche in Italia e loro importanza - pag.31
  • Speleologia e ricerca - pag.35
  • Obbiettivi e strategie per una tutela integrata - pag.39
  • Lacqua nei Lessini Occidentali, un ambiente morfologico tecto- e fluvio-carsico di Ugo Sauro - pag.41
  • L'area carsica del Faedo-Casaron di Paolo Mietto - pag.53
  • Gli acquiferi della Val Brenta di Monica Celi - pag.61
  • L'altopiano di Fosses, Altopiani Ampezzani di Paolo Mietto - pag.73
  • Gli acquiferi dell'altopiani Bellunesi di Alberto Riva e Francesco Sauro - pag.81
  • La Federazione Speleologica Speleologica Veneta nel Territorio, informazione e didattica Il Laboratorio Didattico di Biospeleologia "A. Saccardo" di Domenico Zanon - pag.89
  • Il Laboratorio di Biologia Sotterranea ed il Laboratorio di Biospeleologia nel Bus della Genziana (1000 V TV) Altopiano del Cansiglio, Prealpi Venete di Vladimiro Toniello - pag.99
  • Il Laboratorio Sotterraneo di Biospeleologia di Villa Papadopoli a Vittorio Veneto di Vladimiro Toniello - pag.105
  • La Grotta di Monte Capriolo di Andrea Ceradini - pag.109
  • Il Museo dell'Acqua di Asiago di Corrado Corradin - pag.114
  • Le associazioni speleologiche del Veneto - pag.115

Specifiche

  • Autore: A.A.V.V.
  • Editore: Federazione Speleologica Veneta
  • Anno: 2011
  • Pagine: 120
  • ISBN-10: 978-88-89897-05-8

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    G.S. CAI Verona

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    G.S. Geo CAI Bassano

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    G.G. CAI Schio

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