Catasto delle grotte a rischio ambientale

Il progetto di censire le cavità vicentine con problemi di tipo "ambientale" nasce nel 1995, all'interno della "commissione ambiente" del Club Speleologico Proteo di Vicenza, come espressione di quella sensibilità che già in precedenza aveva portato il Gruppo ad esprimersi pubblicamente su questi stessi problemi (Zampieri, 1981; Gleria, 1984, 1989; Sartori, 1993).

Il progetto viene quindi recepito dal Catasto delle Grotte del Veneto che vi vede la possibilità non solo di "arricchire" - pur facendone volentieri a meno - la documentazione sulle cavità venete e, quindi sulle rispettive aree carsiche, ma anche di coinvolgere i Gruppi veneti verso un problema - l'inquinamento delle grotte - di grande rilevanza anche sociale. Il progetto è quindi presentato alla Federazione Speleologica Veneta che proprio in quel momento è impegnata nella fase iniziale di realizzazione di un progetto di monitoraggio delle acque carsiche del Veneto (Progetto Inac) in collaborazione con la Regione Veneto. Si rende così evidente l'opportunità di creare una sinergia fra le due iniziative, entrambe tese a definire la qualità delle acque carsiche regionali.
Il "Censimento" parte così a livello locale ed è quindi sottoposto all'attenzione della Commissione Nazionale Catasto della S.S.I. (Casola 1995, Firenze 1997). I curatori dei vari catasti regionali accolgono il progetto e incaricano quindi il Catasto Veneto, nella persona di Alberto Seganfredo ideatore della iniziativa, di coordinarne lo sviluppo futuro a livello nazionale.

Scopi e filosofia

Il termine "Rischi Ambientali", al quale fa riferimento il progetto di censimento, si può prestare ad interpretazioni non univoche. Poichè la grotta oltre che un sistema fisico esprime anche un insieme biologico, per "rischio ambientale" potrebbe essere inteso qualunque situazione idonea a creare danno alla grotta stessa. In questo senso è "rischio ambientale" l'attività di una cava che si accinga a distruggere una cavità, tanto per citare un esempio. Il censimento si pone tuttavia l'obiettivo di privilegiare, se così ci si può esprimere, tutti quei fenomeni che interagiscono o possono interagire negativamente con la circolazione delle acque sotterranee. I "rischi ambientali" previsti dal censimento sono pertanto - almeno in questa fase - solo quelli relativi alla presenza di sostanze o situazioni in grado di inquinare, alterare, danneggiare l'ambiente grotta in rapporto alla "salute" degli acquiferi carsici.

Il Censimento si pone quindi un obiettivo preciso ma non esclude in futuro un'ampliamento dello stesso in modo da ottenere, in proiezione, un quadro sullo stato di qualità ambientale dei sistemi carsici nella loro completezza. In questa prospettiva futuribile si è scelto di focalizzare l'attenzione sull'inquinamento, oltre che per gli evidenti significati etico-sociali anche sulla base della ... concretezza, cioé della realizzabilità, in tempi ragionevolmente brevi, di un simile progetto.

Un non trascurabile ulteriore obiettivo che ci si deve inoltre porre con questa iniziativa è quella di elaborare strategie comuni contro il fenomeno che massiccio - temiamo - emergerà da questo censimento. Ora è giusto essere consapevoli che per la sua struttura, modalità di flusso, incapacità filtrante, ecc l'acquifero carsico è così fragile da soccombere inesorabilmente di fronte agli agenti inquinanti. Sappiamo anche che quando un acquifero carsico è danneggiato risulta pressochè impossibile operarne un recupero, anche provvedendo alla rimozione - che evidentemente non potrà mai essere totale - dell'agente inquinante. Ciò tuttavia non deve distoglierci dall'impegno non solo di batterci affinchè il fenomeno sia arrestato ma soprattutto - e in questo si misurerà la nostra capacità - di trovare appunto risposte, strategie, reazioni comuni. Questo è l'impegno, e non è da poco.

Il Censimento, inserito nel funzionamento dei Catasti regionali delle Grotte quale sezione staccata, analogamente al Catasto delle Aree Carsiche (cf. Mietto e Sauro, 1989), si basa sulla compilazione di semplici schede informatizzate, eventualmente corredate da rilievi, fotografie, documenti, ecc.

La Scheda

La scheda relativa al censimento delle cavità con rischi ambientali è una normale scheda realizzata attraverso un comune data-base, qualunque sia il sistema operativo utilizzato. Attualmente è disponibile una scheda Macintosh per File Maker II e/o Pro ed è in corso una edizione che giri anche su Window o, comunque, su sistemi MS-DOS.

Per qunato riguarda la struttura della scheda, oltre alla intestazione che potrà essere personalizzata dai singoli catasti, si trovano subito i campi per l'identificazione della cavità interessata al censimento. Tali campi comprendono, in ordine: il numero di catasto, l'indicazione dell'area carsica, il nome della cavità, il comune in cui cade l'ingresso e la relativa località. Questi dati minimi permettono evidentemente una immediata correlazione con il Catasto delle Grotte, evitando così lungaggini nella compilazione e potenziali inserimenti di errori nei dati catastali.

Un secondo elemento caratterizzante della scheda è dato dal riquadro in basso a destra, ove è possibile evidenziare graficamente il tipo di rischio segnalato: inquinamento, presenza di sostanze tossiche e/o nocive, presenza di ordigni bellici e similari, altro. Su questo campo torneremo comunque più avanti.

Il successivo campo, descrizione della situazione accertata, è lasciato libero per segnalare in chiaro la situazione riscontrata. Lo spazio lasciato disponibile è sufficiente a nostro avviso per garantire l'equilibrio fra l'essere sintetici e nel contempo esaurienti. In ogni caso vanno qui indicati la natura dell'elemento inquinante, la dispersione nella cavità, eventuali informazioni sulle modalità del fatto, possibili connessioni con sistemi sorgentizi, oltre a qualunque altra informazione utile.

Il campo fonte delle informazioni... è relativa a chi, singolo o gruppo, ha segnalato il caso. Tale dato va corredato con l'indirizzo e con la dichiarata disponibilità a fornire eventuali ulteriori informazioni, nel caso, anche all'autorità giudiziaria.

Il campo intervento effettuato è stato inserito per permettere di descrivere eventuali interventi - di qualunque tipo e natura - intrapresi a seguito della segnalazione del fatto. L'esperienza maturata nel Veneto sembra per ora dare indicazioni che questo campo - che andrà compilato dal curatore catastale in linea di massima successivamente alla presentazione della scheda - non è destinato a restare sempre ed inesorabilmente bianco.

La firma del responsabile del catasto e un campo per segnalare eventuali allegati, completa la scheda stessa.

Fra gli allegati risultano particolarmente utili: a) documentazione fotografica quanto più dettagliata possibile, b) rilievo topografico con la precisa indicazione della collocazione e dispersione dell'elemento di rischio, in funzione soprattutto dell'andamento degli eventuali reticoli idrici. Articoli di stampa e qualunque altro documento che possa fornire indicazioni sul fatto specifico possono evidentemente costituire un utile insieme di dati.

La tipologia

Il già citato campo grafico presente nella parte inferiore destra della scheda permette di mettere in immediata evidenza il tipo di "rischio ambientale" registrato nella cavità. L'esperienza veneta, per quanto ampia ma non certo - temiamo - del tutto esemplificativa della realtà nazionale, ha finora permesso di ridurre a tre la tipologia di tali "fenomeni"; solo un quarto tipo, con molta fiducia, è stato aggiunto per altre eventuali realtà segnalate a livello locale.

Inquinamento: si considerano qui tutti i casi in cui sostanze fluide entrano in contatto con l'ambiente grotta e che possono quindi essere potenzialmente veicolate, attraverso le acque piovane e/o ipogee, negli acquiferi carsici. Casi frequenti riscontrati nel Veneto sono relativi a reflui industriali, liquami provenienti da allevamenti, acque nere scaricate a perdere nelle cavità, travasi di idrocarburi, ecc. Temendo purtroppo che questa realtà non sia solo veneta, non ci resta che fermarci qui.

Sostanze tossiche: in questo caso si tratta di sostanze solide, tossiche e/o nocive, scaricate direttamente nelle cavità o negli immediati pressi delle stesse. I casi riscontrati nella nostra regione sono semplicemente pazzeschi: si va dalle discariche - discariche nel senso stretto del temine - all'uso delle cavità per liquidare capi di bestiame colpiti da epidemie fino al caso, emblematico nella sua abnormità, di una cavità usata per eliminare sacchetti di drenaggio di liquidi fisiologici! Quest'ultimo caso, di una gravità evidentemente del tutto eccezionale, ha mobilitato non solo i cittadini e le autorità ma la stessa magistratura ed ha provocato l'intervento dei NAS che, in collaborazone con gli speleologi, hanno rimosso gran parte dei rifiuti ospedalieri (caso della Grotta della Galleria di Foza, nel vicentino).

Ordigni bellici: senza entrare nel merito di una questione che è di competenza dell'autorità di Pubblica Sicurezza non si può qui tacere come nelle aree coinvolte in vicende belliche dei due conflitti mondiali del presente secolo - praticamente tutte le nostre montagne - non sia infrequente imbattersi in ordigni inesplosi. Prudenza consiglia di non toccarli e di segnalare il caso alle autorità che, per quanto concerne la nostra esperienza, provvedono con solerzia ad attivare gli artificieri. In qualche caso ci risulta sia stata richiesta l'opera degli speleologi, ovvero del CNSAS, per la rimozione degli ordigni che vengono quindi asportati o fatti brillare in loco dagli artificieri. Non ci risulta alcun caso, finora, in cui il brillamento sia avvenuto direttamente in cavità.

Quanto finora esposto non sembra tuttavia a nostro avviso realmente importante ai fini del Censimento, anche se comunque in casi come quelli qui esposti è necessario agire con estrema prudenza e cautela nonchè nell'assoluto rispetto delle disposizioni di legge. In realtà riteniamo più pericolosa la presenza di parti, esplodenti o no, quali anelli di centramento, detonatori, spolette, che per quanto meno o punto pericolosi per l'incolumità personale, possono essere pericolossime fonti di inquinamento in quanto in grado di rilasciare nel terreno elementi fortemente inquinanti quali rame, cromo, mercurio, ecc. Quest'ultimo elemento, in particolare, è presente in grande quantità negli inneschi di molti ordigni.

Di gran lunga più pericoloso, in tutti i sensi, è l'eventuale presenza - potenzialmente non rara soprattutto sui fronti coinvolti nella prima guerra mondiale - di ordigni a gas. Come noto questi ordigni hanno involucri molto meno resistenti alla corrosione rispetto a quelli degli ordigni esplodenti; va inoltre ricordato che la mortale pericolosità degli agenti aggressivi non perde assolutamente vigore nel tempo. E' evidente che questo caso, qualora rilevato, potrebbe porre enormi problemi per l'intervento soprattutto di rimozione ma anche per la distruzione stessa dell'ordigno.

L'ultimo campo libero non è codificato e speriamo che non lo sia mai. Temiamo tuttavia che questo desiderio sia del tutto utopico e pertanto con rassegnazione aspettiamo indicazioni provenienti da altre regioni, con la triste consapevolezza che le grotte del Veneto non sono certo la pattumiera d'Italia.

E' così giunto il momento in cui con fermezza dobbiamo collegialmente e consapevolmente rifiutare l'assioma che ... mal comune è mezzo gaudio ...

Riferimenti bibliografici

Gleria E., 1984 - Modalità dell'inquinamento negli acquiferi carsici della provincia di Vicenza. Le Grotte d'Italia, (4)XI: 335-346, Bologna.

Gleria E., 1989 - Aspetti del fenomeno carsico della collina di Sarcedo (Vicenza). Atti XIV Congresso Nazionale di Speleologia Castellana Grotte 1987: 435-446.

Mietto P. e Sauro U., 1989 - Aree carsiche italiane: progetto per un catasto. Atti XIV Congresso Nazionale di Speleologia Castellana Grotte 1987: 145-160.

Sartori G., 1993 - Covolo: palestra di roccia o pubblica latrina? Le Piccole Dolomiti, n.u. 1992: 70-71, Vicenza.

Zampieri D., 1981 - Il ruolo del carsismo e l'attività speleologica nei Colli Berici. Atti del convegno "L'ambiente dei Berici e il Lago di Fimon", Arcugnao 1981: 65-72.

I Gruppi Veneti

  • Gruppo Amici della Montagna - Verona

    G.A.M.

    Verona

  • Gruppo Speleologico Geo CAI Bassano

    G.S. Geo CAI Bassano

    Bassano del Grappa, Vicenza

  • Gruppo Grotte Giara Modon

    G.G.G.

    Valstagna, Vicenza

  • Gruppo Speleologico Opitergino CAI Oderzo

    G.S.O. CAI Oderzo

    Oderzo, Treviso

  • Gruppo Speleologico Padovano CAI

    G.S.P. CAI

    Padova

  • Gruppo Speleologico "I Barbastrji" CAI Marostica

    S.B.M.

    Marostica, Vicenza

  • Gruppo Naturalistico Montelliano Nervesa

    C.N.M. Nervesa

    Nervesa della Battaglia, Treviso

  • Gruppo Speleologico CAI Vittorio Veneto

    G.S. CAI V.V.

    Vittorio Veneto, Treviso

  • Unione Speleologica Veronese

    U.S.V.

    Verona

  • Gruppo Attività Speleologica Veronese

    G.A.S.V.

    Verona

  • Gruppo Speleologico San Marco

    G.S.S.M.

    Trivignano, Venezia

  • Gruppo Speleologico Reithia

    G.S.R.

    Borso del Grappa, Treviso

  • Gruppo Grotte Falchi

    G.G.F.

    Verona

  • Gruppo Grotte CAI Valdagno

    G.G.V. CAI

    Valdagno, Vicenza

  • Centro Ricerche Naturalistiche Monti Lessini

    C.R.N.M.L.

    Verona

  • Gruppo Speleologico Settecomuni

    G.S.7C.

    Asiago, Vicenza

  • Gruppo Grotte Solve CAI

    G.G.S. CAI

    Belluno

  • Gruppo Speleologi CAI Malo

    G.S.M. CAI

    Malo, Vicenza

  • Gruppo Speleologico CAI Verona

    G.S. CAI Verona

    Verona

  • Gruppo Grotte G. Trevisiol CAI Vicenza

    G.G.G.T. CAI Vicenza

    Vicenza

  • Gruppo Grotte CAI Schio

    G.G. CAI Schio

    Schio, Vicenza

  • Gruppo Speleologico Seren del Grappa

    G.S.S.G.

    Seren del Grappa, Belluno

  • Gruppo Speleologico CAI Feltre

    G.S. CAI Feltre

    Feltre, Belluno

  • Gruppo Speleologico Valdobbiadene

    G.S.V.

    San Pietro di Barbozza, Treviso

  • Gruppo Grotte Treviso

    G.G.T.

    Treviso

  • Gruppo Speleologico Montecchia

    G.S.M.

    Montecchia di Crosara, Verona

  • Club Speleologico Proteo

    C.S.P.

    Vicenza

  • Arianna Speleologia Esplorativa e di Ricerca

    A.S.E.R.

    Treviso

  • Equipe Veneziana di Ricerca

    E.V.R.

    Venezia, Venezia

Copyright © 2020 Federazione Speleologica Veneta. Tutti i diritti riservati.
Via Monte Pelmo 12, 30020 Marcon (VE)

Abbiamo 9 visitatori e nessun utente online